ADHD – Sindrome da Deficit di Attenzione con Iperattività
Cosa è l’ADHD ?
Il Disturbo da Deficit di Attenzione /Iperattività, DDAI o ADHD, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo, caratterizzato da:
- difficoltà di attenzione: evidenti difficoltà a rimanere attenti o a lavorare su uno stesso compito per un periodo di tempo sufficientemente prolungato.
- il problema più evidente nell’ADHD è il mantenimento dell’attenzione, soprattutto durante attività ripetitive o noiose. Queste difficoltà si manifestano anche in situazioni ludiche, il bambino passa frequentemente da un gioco all’altro senza completarne alcuno.
- iperattività: eccessivo livello di attività motoria e vocale, continua agitazione, difficoltà a stare seduto e fermo al proprio posto.
- impulsività motoria e verbale: difficoltà a dilazionare una risposta, ad attendere una gratificazione, a inibire un comportamento inappropriato, talvolta anche pericoloso, per l’incapacità di prevedere le conseguenze delle proprie azioni. Il bambino risponde troppo velocemente a scapito della correttezza delle risposte, interrompe gli altri mentre stanno parlando, non riesce a stare in fila e ad aspettare il proprio turno. Caratteristica stabile durante lo sviluppo e presente anche nell’adulto con ADHD
Tali problemi derivano dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente.
L’ADHD non è una malattia neurologica, è un disturbo di funzionamento di alcune funzioni cognitive e neurologiche.
L’ADHD non è il risultato di una disciplina educativa non efficace, anche se l’ambiente familiare e scolastico e lo stile educativo adottato possono contribuire a ridurre e contenere gli aspetti disfunzionali, oppure rischiare di mantenerli e incrementarli.
Quando si può fare diagnosi di ADHD?
Non tutti i bambini iperattivi sono ADHD!
Non tutti i bambini con deficit attentivi sono ADHD!
Per diagnosticare un ADHD è necessario che siano presenti da almeno sei mesi alcuni sintomi in tutte e tre le aree, anche se esistono ADHD a prevalenza disattentiva, con scarsa iperattività, oppure ADHD a prevalenza iperattiva con sufficienti capacità di attenzione.
Tali sintomi, di cui alcuni devono comparire prima dei 7 anni di età, determinano una significativa compromissione del funzionamento scolastico e sociale del soggetto, devono essere presenti in almeno due aree (esempio, casa e scuola), non vanno incontro ad una remissione spontanea, anche se durante il percorso di crescita possono modificarsi nella loro intensità e modalità di manifestazione.
Comorbilità tra ADHD e altri disturbi
Spesso i soggetti con ADHD presentano anche altri comportamenti disturbanti ritenuti secondari in quanto derivano dall’interazione tra le caratteristiche del disturbo e il loro ambiente:
- Disturbo oppositivo-provocatorio (35%) e Disturbo della condotta (20-55%)
- Disturbi Specifico dell’Apprendimento o difficoltà scolastiche generali dovute all’incapacità di utilizzare le proprie risorse cognitive
- Disturbo d’Ansia (25%) e Disturbo dell’umore (25%)
Cosa comporta una diagnosi di ADHD a scuola?
Gli studenti con ADHD rientrano nella categoria dei BES (alunni con Bisogni Educativi Speciali) la parola BES dovrebbe diventare un link che porta alla pagina specifica di descrizione dei BES
Per tali studenti non è quindi previsto un insegnamento individualizzato, con insegnante di sostegno, ma la possibilità di redigere un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che tenga conto delle loro difficoltà scolastiche e comportamentali e preveda l’applicazione di misure dispensative e strumenti compensativi che agevolino l’apprendimento e la gestione comportamentale in classe.
Il trattamento dell’ADHD
L’approccio più efficace è quello multimodale, che prevede, cioè, l’azione combinata di intervento psicologico, educativo familiare e farmacologico (in caso di particolare gravità dei sintomi cardine).
L’intervento psicoterapeutico di tipo cognitivo-comportamentale si focalizza sull’insegnamento diretto al bambino di abilità di autocontrollo emotivo e comportamentale, abilità sociali e comunicative e abilità di problem solving. Utile anche l’applicazione di training di autocontrollo cognitivo correlato alle attività scolastiche.
Indispensabile anche un intervento di parent training con i genitori, mirato a fornire loro importanti indicazioni e strategie sia di gestione dei compiti e dello studio, sia di gestione dei comportamenti disfunzionali e delle difficoltà emotivo-relazionali correlate a questo disturbo.
Necessaria altresì una consulenza periodica agli insegnanti, finalizzata a far comprendere le caratteristiche e le difficoltà scolastiche e comportamentali legate al disturbo, fornire questionari di valutazione e griglie di osservazione utili per completare i dati diagnostici e strutturare l’intervento in classe, fornire indicazioni su come strutturare l’ambiente classe e favorire la relazione dell’alunno ADHD con i compagni, strategie didattiche per favorire l’apprendimento e strategie di modificazione del comportamento disfunzionale in classe.
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